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vendredi 16 juillet 2010

IL PUNTO SULLA BOXE EUROPEA - UCRAINA

 - 1A PARTE

L’Ucraina è senza dubbio, oggi, una delle potenze europee e mondiali nel pugilato, negli ultimi dieci anni c’è stata un’escalation di risultati in tutti i settori, ottimi pugili in azione, continuità organizzativa e crescita costante come movimento, sia dal numero di professionisti affiliati che dalle riunioni allestite, da sempre la scuola Ucraina è stata uno dei serbatoi più produttivi che ha alimentato la strapotenza russa in ambito dilettantistico, moltissime delle medaglie olimpiche e mondiali della corazzata sovietica negli ultimi quarant’anni erano di nascita ucraina, le scuole formative e i maestri sono sempre stati di primo livello, quindi non c’è da meravigliarsi che dopo un fisiologico adattamento al mondo professionistico ci sia stata un’esplosione verso l’eccellenza mondiale di molti pugili ucraini, che classifiche alla mano hanno numeri da top ten, sulla spinta poi dei grandi campioni, come i fratelli Klitschko, che in patria a livello di popolarità possono competere con i fuoriclasse di altri sport come Sergey Bubka e Andry Shevchenko, si sono moltiplicate le vocazioni pugilistiche con numeri altissimi di praticanti, non è un eresia dire che il pugilato è tra gli sport nazionali della Repubblica affacciata sul Mar Nero, d’altronde anche dal punto genetico storicamente la popolazione ucraina è un crocevia di razze toste, razze di guerrieri resistenti come i Sarmati e i Goti, fisicamente straripanti, qualità che nel pugilato sono importanti e determinanti per l’approccio ad uno sport così duro, ovvio che poi i risultati, la pubblicità e la possibilità di buoni guadagni fanno il resto, palestre piene, movimento dilettantistico di gran livello con selezioni assolute e sbocco professionale garantito, assolutamente stiamo pugilisticamente parlando della nazione europea più cresciuta con tra altro ulteriori margini su cui lavorare e migliorare. 

Dal punto di vista storico, il valore dei risultati e i primi successi ucraini nel pugilato vanno di pari passo con la nascita della nazione stessa, sono circa venti anni che il pugilato nazionale è emerso dalla spartizione dell’Unione Sovietica e dallo stesso periodo sono cominciati i risultati ad alto livello, in breve sono arrivate da subito medaglie pregiate, già alla prima Olimpiade a cui gli atleti ucraini hanno partecipato, quella di Atlanta nel 1996, hanno vinto il bronzo con il moscaOleg Kiriukyn e l’oro con Wladimir Klitschko, nei massimi, da allora sia in ogni olimpiade che in ogni campionato del mondo nel medagliere c’è sempre stata la presenza dei fighter in canottiera giallo-blu, con la maggior parte di questi ‘amateur star’ diventati poi, ottimi professionisti come Kotelnik e Sidorenko, cosa che probabilmente diventerà l’attuale stella della nazionale ucraina, nonché uno dei migliori dilettanti al mondo, il ventiduenne fenomenale peso piuma, Vasyl Lomachenko, nei professionisti, pur non avendo una grande storia i fighters del Mar Nero in pochi anni si sono presentati alla ribalta, il cruiser Valery Vikhor, il supergallo Sergey Devakov e il leggero Andriy Sinepupov a livello europeo sono stati i primi ad avere delle chance, Devakov è stato il protagonista della sfida inaugurale, valida per l’Europeo della categoria dei supergallo, con l’italiano Belcastro, tutti e tre questi dignitosi contender sono stati gli alfieri del primo movimento ucraino, allora non ancora radicato anche a livello organizzativo, costretti così a giocarsi le loro carte sempre su ring ostili, il primo a bersaglio in Europa è stato il picchiatore di Mariupol, Alexander Gurov, lungagnone dal sinistro micidiale, riuscito per ben tre volte ad issarsi sul trono EBU, Gurov, uno dei migliori cruiser al mondo per circa dieci anni non ha mai avuto la soddisfazione di diventare campione del mondo, nonostante i due tentativi, altri buon fighters sono stati il supermedio ‘americano’ Vitali Kopitko, lo sfortunato welter Alexander Vetukh, morto annegato a soli ventitre anni, il martello della Crimea, Oleksy Trofimov e Vasyl Tarabarov, welter promettente, sparito dalla scena dopo un promettente esordio anche sui ring nordamericani, hanno chiuso la carriera da poco due giganti, ritenuti promettenti, Volodymir Lazebnik e Maxim Pedyura, entrambi fighters possenti e potenti.Anche per l’Ucraina ci sarà una divisione nella panoramica, almeno per quanto riguarda le categori. 


Pesi Massimi

La categoria è il fiore all’occhiello del pugilato ucraino, non solo per le gesta dei fratelli Klitschko, entrambi campioni del mondo, quanto per i numeri importanti per la categoria, con più di venticinque fighters tesserati e con una decina di essi presenti nelle liste top cento di categoria, chiaro che soprattutto in questo caso è normale pensare a quanto hanno fatto a livello vocazionale Wladimir e Vitali Klitschko, che dominano la categoria regina della boxe da parecchi anni, i due fratelloni sono gli esempi anche pubblici dello sviluppo della boxe in Ucraina, colti ed educati, oltre che la parte sportiva curano anche la parte personale con riguardo, con i traguardi raggiunti sin dal periodo amatoriale si costruiti una solida vita, sono manager di se stessi e con lungimiranza sono diventati loro stessi dei tycoon appoggiando le carriere di molti giovani connazionali che crescono sotto la protezione della loro organizzazione, Wladimir, il più giovane ha sicuramente ancora qualche anno da spendere, meno Vitali, attualmente la concorrenza è ai minimi storici e vivono di rendita utilizzando il bilancino del farmacista per le sfide mondiali, 5 negli ultimi quattro anni per entrambi e nonostante la maggior parte degli appassionati storca un po’ il naso, hanno ragione loro, la loro dimensione fisica, il punch e la padronanza acquisita ne fanno al momento un target proibitivo per tutti gli altri heavyweight che hanno ambizioni mondiali, alle loro spalle c’è un nutrito gruppo di bestioni che spinge verso l’alto, il capofila è Sasha Dimitrenko, il pugile della Universum è stato ad un passo dalla sfida mondiale WBO, fermato da Eddie Chambers, ora ripartirà dal titolo Europeo visto la sua qualifica di sfidante ufficiale, nonostante le dimensioni (è un clone dei fratelli Klitschko) non ha le stesse caratteristiche, è più mobile e meno potente ad Amburgo però, dove risiede è una specie di idolo, sempre nella città anseatica risiede il picchiatore Oleg Platov, pugile cresciuto sui ring anonimi del Belgio, finora per il ragazzo della Crimea, nonostante buoni risultati ottenuti e l’appartenenza al Team Sauerland non c’è stato ancora il match del salto di qualità, in discesa invece, le quotazioni di Taras Bidenko, anche lui domiciliato in Germania, pugile che qualche anno fa sembrava proiettato verso buoni traguardi, peccato che la mascella, non ermetica ne ha frustrato le ambizioni, in patria i nomi di rilievo sono quelli del solido ed esperto campione dell’Esternal Union EBU, Yaroslav Zavorotnyi, dell’ex stella amatoriale Oleksy Mazikin e quella del rude boscaiolo Vladimir Virchis, probabilmente uno dei pochi pesi massimi attuali a cui basta un colpo per vincere, peccato che Vladimir abbia altre priorità, personaggio celebre in patria, non è mai stato un maniaco della palestra, impegnato in mille altre attività ha probabilmente perso il treno per arrivare in vetta, peccato, perché allenato come si deve ed in grado di tenere atleticamente avrebbe potuto far vedere i sorci verdi a tutti, soprattutto con il suo micidiale gancio destro, fra i giovani, il prospect di punta è la medaglia olimpica Vyacheslav Glazkov, anche se non è proprio di taglia mastodontica ha comunque basi tecniche e pugilistiche di gran livello, se riesce a perdere una quindicina di libbre, potrebbe diventare un crack nella categoria dei cruiser, altri prospect sono il picchiatore del Don, Andryi Rudenko, il pivot (2.03 cm.) Oleksy Zakharov e il ‘caimano’ di Sebastopoli, Pavlo Zhuravlyov.

Vitali & Wladimir Klitschko 

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