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mercredi 26 mai 2010

IL PUNTO SULLA BOXE EUROPEA - SERBIA


IL PUNTO SULLA BOXE EUROPEA - SERBIA
In questi ultimi tempi è in atto una lenta e graduale crescita del pugilato in Serbia, sono aumentati i tesserati e il movimento interno negli ultimi anni gode una discreta continuità, certo siamo ben lontani dai progressi di altre nazioni europee però almeno i dati numerici fanno sperare in un minimo di decoro futuro, è chiaro che le possibilità maggiori sono per quei pugili che emigrano e trovano organizzazioni che credono in loro, situazione non nuova, in quanto anche ai tempi della ex Jugoslavia, discreta potenza a livello amatoriale (anni 70 e 80) i pochi professionisti di livello hanno trovato solo all’estero le glorie sportive e monetarie che meritavano, a maggior ragione oggi, visto che non è stato facile ricostruire un movimento polverizzato dalle divisioni e spartizioni nazionali, per anni nella nazionale Titina la parte del leone l’han sempre fatta i pugili proveniente dalle zone di etnia croata e bosniaca, anche se la fucine polisportive belgradesi del Partizan e della Stella Rossa hanno sempre avuto come fiore all’occhiello la rappresentativa pugilistica del campionato jugoslavo a squadre, manifestazione sentitissima fra gli appassionati.  

Il più grande pugile serbo all-time è stato il mediomassimo Slobodan Kacar, campione olimpico e campione del mondo tra i professionisti, il fighter di Belgrado dopo una grande carriera amatoriale culminata con l’oro di Mosca nel 1980 è venuto in Italia, a Pesaro dove ha iniziato una brillante fase professionale, durata solo quattro anni in cui è riuscito a salire anche sul tetto IBF nel 1985 battento Eddie Mustapha Muhammad (Eddie Gregory) dopo quindici appassionanti e serrate riprese tra i pesaresi festanti che l’avevano adottato pugilisticamente, Kacar è rimasto poco in vetta, complice anche una serie di problemi fisici cronici e a soli trent’anni ha mollato, riuscendo a centrare un prestigioso double, con l’unico rammarico di non essersi mai esibito a torso nudo tra la sua gente che avrebbe visto all’opera un fighter molto elegante e redditizio, il fratello maggiore, Tadija, è stato anch’esso medaglia olimpica, è però ricordato di più per l’argento mondiale casalingo di Belgrado nel 1978 con la Pionir Arena ribollente di tifo, meno baciato dal talento Tadija ha preferito non avventurarsi nel mondo dei pro, rimanendo per un decennio l’alfiere della squadra jugoslava in quasi tutte le manifestazioni, storicamente il primo serbo a bersaglio olimpico è stato Zvonimir Vujin, che nel 1968 e nel 1972 ha fatto la doppietta di bronzi in due categorie diverse, a bersaglio, nel 1984 anche il mancino di Novi Sad, Mirko Puzovic e nel 1988 il mediomassimo Damir Skaro, l’ultimo rappresentante serbo ai giochi è stato nel 2000 a Sidney, Geard Ajetovic, che prometteva sfracelli, avendo vinto tutto a  livello giovanile, purtroppo il suo sogno si è infranto subito al primo turno con una sconfitta patita contro un thailandese, nei professionisti a parte il già citato Slobodan Kacar non sono molti i pugili prodotti dalle scuole serbe ad aver lasciato traccia, lo stesso Ajetovic dopo aver firmato un contratto con la Fight Academy di Jim Waterman s’è trasferito in Inghilterra, dove prometteva molto, peccato che il talentuoso peso medio di Beocin abbia fallito le occasioni importanti e sia sparito dalla scena già da due anni, pugile, Ajetovic comunque in grado di tenere testa fine alla fine a pugili che vanno per la maggiore oggi, come Macklin e Pirog, stessa sorte per il mediomassimo Drago Janusevic, idolo della frangia Obilic di Belgrado ed ex Intercontinentale IBF, fermo da più di sedici mesi e per l’elegante e tecnico peso medioDejan Ribac, ammirato anche sui ring nostrani, tutti e tre questi fighter risultano ‘retired’, potrebbero però, visto l’età, rientrare sul quadrato, una discreta carriera con qualche titolo minore nel palmares l’ha fatta anche il leggero di Smeredevo Ljubisa Simic, arrivato però nei pro già spremuto da un decennale carriera amatoriale compresa di due partecipazioni olimpiche, infine due righe per due rappresentanti della nutrita pattuglia di collaudatori serbi operanti sui ring europei, Zoran Didanovic e Radoslav Milutinovic, entrambi ben conosciuti al pubblico di appassionati italiani. 

Il miglior pugile serbo è attualmente il cruiser Enad Licina che vive da vent’anni a Francoforte in Germania, nazione dove ha cominciato a combattere vincendo anche titoli tedeschi a livello amatoriale, seguito all’angolo dall’ex medaglia olimpica Manfred Wolke è diventato rapidamente uno dei primi cruiser al mondo e nonostante sia professionista da soli cinque anni ha bruciato le tappe diventando anche campione intercontinentale IBF, titolo perso nell’ultimo match contro il cubano Hernandez, Licina è un buonissimo competitore, dotato di discreto punch, non è un fuoriclasse ma un pugile di sicuro affidamento e piacevole da vedere cosa non proprio abituale per i ring teutonici, alle spalle di Licina avanzano nei ranking europei, i giovanissimi fratelli Stevanovic, al momento entrambi campioni giovanili IBF e idoli della piazza belgradese, il più anziano, il ventitreenne Nikola ha già un buon bagaglio di esperienza ed anche se non è imbattuto ha un record interessante ed ha già affrontato pugili quotati non demeritando neanche nella sconfitta, il più giovane Stefan è meno esperto ovviamente, ma tecnicamente pare di una filigrana superiore del fratello, di sicuro sono i fiori all’occhiello della Federazione presieduta dal leggendario professor Miroslav Popovic, vera icona del pugilato balcanico, altro discreto combattente è il viennese non più giovanissimo Samir Kurtagic, peso massimo proveniente dalla kick-boxing, più indecifrabile è il cruiser di Banja Luka naturalizzato serbo, Nenad Borovcanin, imbattuto da pro con un record da ammazzasette (25 vittorie con 18 knock-out), tutte però con avversari dal record negativo, il resto dei ‘top serbian fighters’ presenta un collaudatore veterano come il peso gallo Kemal Plavci e una serie di giovani pugili, tutti di Belgrado, dal più giovane professionista europeo, il diciassettenne mediomassimo figlio d’arte Milan Kostic, al duro medio juniorVuk Mitic, dai cruiser, Sanel Papic e Petar Baijc, all’ostico peso welter Bogdan Mitic.

Enad Licina

Enrico Crociati
26/05/2010 - 15.55

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